Intervento da 5 milioni di euro per potenziare il servizio di acquedotto

Da Castelgerundo a Codogno, incrociando una strada provinciale, aggirando un gasdotto e scavalcando gli ostacoli rappresentati da piccoli corsi d’acqua, per arrivare alla fine a Codogno e ramificarsi, all’occorrenza, in tutto il centro abitato. Non è il tracciato di qualche nuova strada ma il percorso, tutto sotterraneo, della nuova Dorsale Acquedottistica progettata da SAL e che dal 2020 porterà acqua potabile dalla centrale di Cavacurta, frazione di Castelgerundo, appunto a Codogno, in caso di necessità.

Una “infrastruttura di soccorso”, come hanno spiegato questa mattina a Lodi presso la sede di SAL il presidente Antonio Redondi, il sindaco di Codogno Francesco Passerini, insieme ai referenti dell’area tecnica dell’azienda idrica lodigiana. Il progetto risponde infatti alla volontà di portare avanti la mission di SAL: garantire la continuità del servizio di erogazione dell’acqua potabile sia in condizioni di normalità che in condizioni di emergenza. 

da sinistra: Raffaella Novati vicesindaco di Codogno, Francesco Passerini sindaco di Codogno, Antonio Redondi presidente di SAL, Mario Cremonesi direttore tecnico di SAL e Paola Boriani ingegnere progettista di SAL.

“Oggi il comune di Codogno è servito da un sistema acquedottistico che funziona perfettamente e che garantisce acqua di ottima qualità, ma che ha l’unico neo di essere completamente autonomo, senza interconnessioni con le reti e gli impianti dei comuni confinanti che possano intervenire in soccorso in caso di bisogno”, spiega Antonio Redondi, presidente di SAL. Una mancanza di interconnessioni che è frutto della storia del secolo scorso, quando la gestione del ciclo idrico sul territorio lodigiano era frammentata e affidata a società differenti. Dal 2009, anno di avvio di SAL come azienda unica del servizio idrico provinciale, uno degli obiettivi prioritari è stato appunto quello di mettere in rete gli acquedotti per far fronte a eventuali emergenze, quali possono essere un guasto improvviso o un black out elettrico che metta fuori uso le pompe di un sistema.

Nel caso di Codogno, la centrale acquedottistica ideale a cui collegarsi era quella di Cavacurta, che già oggi rappresenta uno dei principali impianti della dorsale dell’acqua che serve i dieci comuni di Caselle Landi, Castelgerundo, Corno Giovine, Cornovecchio, Fombio, Guardamiglio, Maleo, San Fiorano, San Rocco al Porto, Santo Stefano Lodigiano.

Il progetto prevede cinque diversi interventi: il potenziamento del sistema di potabilizzazione di Cavacurta, in particolare con la realizzazione di una nuova centrale acquedottistica a fianco di quella già esistente; lo scavo di un nuovo pozzo sempre a Cavacurta; la realizzazione della dorsale da Cavacurta a Codogno, lunga 4,2 chilometri; e (a seguire) l’adeguamento della centrale già esistente a Cavacurta e la realizzazione di un successivo tratto di dorsale che da Codogno andrà fino a Casalpusterlengo, per altri 4 chilometri circa.

Complessivamente l’intera opera richiederà un investimento da parte di SAL di 5 milioni di euro. Di questi, 3 milioni e 740mila serviranno a finanziare i primi tre interventi prioritari: in particolare, 2 milioni e 400mila euro saranno impiegati per la realizzazione della nuova centrale di Cavacurta, che prevede tra l’altro un nuovo serbatoio di stoccaggio per l’acqua in grado di contenere 850 metri cubi; 130mila euro per il nuovo pozzo, che andrà ad aggiungersi ai 4 esistenti; 1 milione e 210mila per realizzare la nuova dorsale Cavacurta-Codogno. Quest’ultima si snoderà parallelamente ai percorsi stradali esistenti: in particolare nel primo tratto costeggerà la ciclabile che già oggi collega Cavacurta e Codogno. Sarà realizzata in PEAD (polietilene ad alta densità) con tubature del diametro di 400 millimetri. La sua realizzazione richiederà anche l’impiego di tecnologie no-dig, per risolvere le interferenze con le strade provinciali ed alcuni corsi d’acqua evitando la realizzazione di scavi a cielo aperto. I primi lavori (in particolare la realizzazione della nuova centrale) saranno appaltati tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2019, e si prevede di concludere l’opera entro la metà del 2020.

La realizzazione delle dorsali di acquedotto intercomunali, risponde ad uno degli obbiettivi strategici di SAL che si raggiunge anche con il potenziamento degli impianti di potabilizzazione; impianti più potenti e tecnologicamente avanzati infatti sono in grado di incrementare i volumi di acqua erogata, ma soprattutto di assicurare migliore qualità e, in ultima analisi, di realizzare maggiori economie di scala.

Lodi, 20 aprile 2018