SAL collabora con l’Istituto Mario Negri e l’Università Statale di Milano

Prevedere l’andamento del contagio partendo dall’analisi delle reti fognarie. Anche SAL collabora con l’Istituto Mario Negri e con l’Università Statale di Milano per un progetto di ricerca sul Coronavirus che punta a sviluppare un nuovo strumento di sorveglianza epidemiologica, in grado di tracciare il virus in tempo reale nella popolazione. “I ricercatori dell’Istituto Mario Negri di Milano ci hanno contattato a fine marzo, e ci siamo messi a disposizione per il campionamento delle acque reflue in ingresso al depuratore di Lodi – spiega Carlo Locatelli, direttore di generale di SAL -. Secondo i dati disponibili infatti il virus SARS-CoV-2 interessa l’apparato gastrointestinale e viene espulso per via fecale in una percentuale significativa dei soggetti colpiti. Il virus raggiunge quindi le acque fognarie dove può essere identificato e misurato. L’analisi degli indicatori in futuro dovrebbe permettere di capire se il numero di contagiati aumenta o diminuisce davvero, e dovrebbe funzionare da “sentinella” di una possibile ricomparsa”.

Il depuratore di Lodi

Il progetto è stato avviato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri in collaborazione con l’università Statale di Milano e riguarda al momento 9 città lombarde, tra le quali Lodi. “In SAL mettiamo a disposizione la base per le analisi, che vengono poi condotte dai ricercatori mediante tecniche avanzate di biologia molecolare”, spiega Raffaella Izzo, responsabile del Laboratorio Analisi di SAL. L’azienda idrica lodigiana già in passato aveva collaborato con l’Istituto Mario Negri, per esempio per una ricerca per stimare il consumo di droghe in Lombardia partendo proprio dalle acque di scarico: “Preleviamo campioni delle acque reflue in arrivo al depuratore di Lodi, in modo sistematico tre giorni alla settimana – continua Raffaella Izzo – e li conserviamo a -20° per poi consegnarli all’Istituto”. L’indagine durerà un anno e vede anche la collaborazione di partner internazionali. I risultati consentiranno di sviluppare una rete di sorveglianza, che potrebbe essere fondamentale anche per l’identificazione precoce delle ricomparse del virus, grazie all’insostituibile vantaggio di basarsi sul monitoraggio di tutta la popolazione (sintomatica e non) per completare i dati epidemiologici già disponibili.

Lo stesso Istituto Mario Negri, così come il CNR Irsa e l’Istituto Superiore di Sanità, hanno emesso ampie rassicurazioni nei giorni scorsi sulla sicurezza del sistema idrico: le tracce di virus che rimangono nelle acque reflue sono inattive, e non ci sono prove di trasmissione del Covid-19 attraverso il sistema fognario. Lo studio quindi punta a contribuire alla conoscenza del virus e a monitorarne la diffusione, ma l’intero servizio idrico resta sicuro.

I cittadini possono stare tranquilli anche per quanto riguarda l’acqua del rubinetto, che viene pescata dalla falda sotterranea e potabilizzata con interventi mirati nei 55 impianti di acquedotto gestiti da SAL in provincia di Lodi. I due sistemi di gestione delle acque potabili e delle acque reflue sono completamente separati e non entrano mai in contatto.

“SAL aveva già collaborato in passato con il mondo accademico e della ricerca – conclude il presidente Giuseppe Negri – ma questa emergenza deve imprimere un’accelerazione a tutti i progetti legati a innovazione tecnologica e ricerca”.