Presentati da SAL e dall’Ufficio d’Ambito interventi per 16 milioni di euro, già finanziati per 7 milioni. Coinvolgeranno 922 km di rete idrica, il 65% delle tubazioni che distribuiscono acqua alla popolazione lodigiana
Ridurre le perdite idriche, per evitare gli sprechi d’energia e prelevare meno acqua dalla falda sotterranea, puntando su digitalizzazione e monitoraggio delle reti. Anche il Lodigiano si candida per i finanziamenti messi a disposizione dal PNRR per ridurre le perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile: l’Ufficio d’Ambito di Lodi ha partecipato al bando da 900 milioni del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile presentando una serie di interventi pianificati da SAL per un importo complessivo di 16 milioni e 75mila euro. Si tratta di progetti in parte già previsti nel Piano degli investimenti dell’azienda idrica lodigiana: alcuni degli interventi (per un totale di 7 milioni di euro) sono infatti già programmati e finanziati per essere realizzati entro il 2025, mentre le risorse economiche che potranno essere rese disponibili dal PNRR riguardano i restanti 9 milioni di euro.
Gli interventi pianificati da SAL e validati dall’Ufficio d’Ambito di Lodi riguardano 922 chilometri di rete idrica, vale a dire il 65% dei 1.411 chilometri di tubazioni sotterranee presenti nel Lodigiano per distribuire l’acqua potabile ai 230mila abitanti. “Nella pianificazione degli interventi siamo partiti dalle aree che hanno evidenziato più criticità in questi ultimi anni – spiega l’ing. Carlo Locatelli, direttore generale di SAL -. Nello specifico, la richiesta di finanziamenti che abbiamo candidato al PNRR riguarda circa due terzi del territorio provinciale: 12 sistemi acquedottistici su 16, che ogni anno distribuiscono 15 milioni di metri cubi d’acqua a 160mila abitanti”.
I progetti previsti da SAL riguardano filoni diversi: il completamento del rilievo informatizzato delle reti tramite GIS (per 844mila euro); l’installazione di misuratori e contatori smart sia sugli impianti e reti di distribuzione sia per gli utenti (10 milioni di euro); la modellazione idraulica e la distrettualizzazione delle reti, per il controllo attivo delle perdite (3 milioni e 700mila euro); l’implementazione di un software di water management system a supporto dell’analisi e delle decisioni (321mila euro), oltre ovviamente alle attività vere e proprie di ricerca delle perdite – sia con metodi tradizionali che innovativi – e agli interventi di riparazione (1 milione 130mila euro).
La documentazione – preliminare alla progettazione – è stata curata dall’Area tecnica di SAL, coordinata dall’ing. Mario Cremonesi, direttore tecnico, e dall’ing. Paola Boriani del settore progettazione e direzione lavori, poi esaminata e validata dall’Ufficio d’Ambito di Lodi: “Tutti gli interventi rispondono esattamente alle finalità dell’Avviso pubblico emesso dal Ministero delle infrastrutture – spiega l’ing. Ettore Ravazzolo, direttore dell’Ufficio d’Ambito – e rappresentano un traguardo qualitativo da raggiungere in piena armonia con impegni assunti a livello nazionale con l’Unione Europea”.
Tra gli effetti positivi del piano di riduzione delle perdite, l’Ufficio d’Ambito e SAL hanno previsto le potenziali ricadute in termini di resilienza ai cambiamenti climatici: meno perdite idriche comporta la diminuzione del volume d’acqua prelevata dai pozzi e la riduzione degli sprechi di energia, per orientare gli investimenti verso la gestione sempre più sostenibile dell’acqua e l’efficientamento energetico, che oggi è tra le priorità di ogni azienda idrica anche alla luce dell’impennata dei costi dell’energia. Dove gli iter autorizzativi saranno compatibili con le tempistiche degli interventi, SAL ha previsto l’installazione di pannelli fotovoltaici per una parziale autonomia delle centrali di acquedotto.
“La pianificazione di questi lavori è frutto di un importante gioco di squadra messo in campo dal personale di SAL – conclude il presidente Giuseppe Negri -. L’impegno di questi anni e la stretta collaborazione con l’Ufficio D’Ambito stanno generando una mole di investimenti in grado di rispondere ai cambiamenti in atto sul territorio”.
Il servizio di acquedotto della provincia di Lodi si basa su 1.411 km di rete sotterranea, alimentata da 179 pozzi, con 50 impianti di potabilizzazione attivi che ogni anno consegnano agli utenti circa 22 milioni di metri cubi d’acqua. La bassa densità demografica (230mila abitanti, distribuiti in 60 comuni con decine di frazioni isolate) rappresenta una delle caratteristiche principali del territorio lodigiano: in proporzione, rispetto alle grandi città, per esempio servono più chilometri di tubazioni per raggiungere tutta la popolazione servita, con l’inevitabile aumento di costi per il monitoraggio e la manutenzione ordinaria e straordinaria di una rete così capillare e ramificata.