“Nessun rischio per la salute dei cittadini, che possono continuare a bere serenamente l’acqua del rubinetto”. I vertici di SAL ribadiscono le rassicurazioni già diffuse in maggio, per fugare eventuali dubbi dei lodigiani sulla qualità dell’acqua potabile. Le precisazioni arrivano dopo che ieri Greenpeace ha diramato un nuovo comunicato stampa sulla presenza di PFAS nell’acqua potabile in Lombardia, chiamando in causa – per la provincia di Lodi – i comuni di Corte Palasio e Crespiatica.
Oggi, a tutela della salute dei cittadini, l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di non superare la concentrazione di 0,5 microgrammi di PFAS per litro (equivalenti a 500 nanogrammi/litro). I nuovi limiti, ulteriormente cautelativi e che entreranno in vigore dal gennaio 2026, sono stati fissati dal D.lgs 18/2023 in 0,1 microgrammi litro (100 nanogrammi/litro), recependo la nuova Direttiva Europea per le acque potabili.
“Non risulta nessun allarme PFAS nell’acqua dei due comuni di Corte Palasio e Crespiatica – precisa il direttore generale di SAL, ing. Carlo Locatelli – come si può rilevare dai risultati delle analisi periodiche effettuate anche in questi mesi secondo il programma di controllo definito con l’ATS. Analisi che vengono svolte dal Laboratorio Analisi di SAL e dal Laboratorio di ATS, entrambi certificati e accreditati”. I risultati delle analisi di questi ultimi mesi (maggio-ottobre 2023) evidenziano che le concentrazioni riscontrate non sono mai state superiori alle indicazioni attuali per la concentrazione dei PFAS. Non solo, salvo un caso, sono sempre risultati al di sotto dei limiti di legge che entreranno in vigore dal 2026.
SAL monitora l’eventuale presenza di microinquinanti (tra cui i PFAS) già dal 2019, quando il Laboratorio Analisi interno era stato appositamente potenziato con l’acquisto dei nuovi macchinari necessari. Grazie a questi strumenti, oggi vengono monitorati in modo capillare e costante tutti i comuni del Lodigiano e non sono mai stati rilevati valori superiori rispetto a quanto raccomandato dall’Istituto Superiore di Sanità.
I campionamenti e le analisi sulla qualità dell’acqua procedono di pari passo con gli investimenti sulle reti e gli impianti per continuare a potenziare il servizio di acquedotto su scala provinciale. Nello specifico, per esempio, proprio a Crespiatica e Corte Palasio si stanno completando investimenti avviati dal 2018. A Crespiatica è stato perforato un nuovo pozzo a doppia colonna, che entrerà in funzione a breve e preleva l’acqua a 95 e 145 metri di profondità, e sono in corso i lavori di realizzazione di un nuovo impianto di potabilizzazione nell’area dell’attuale serbatoio pensile, che permetterà di ridurre la pressione in rete e di conseguenza di prevenire le perdite di rete (investimento di 824mila euro); un altro pozzo, sempre a doppia colonna (con pescaggio tra 100 e 150 metri), è già in progetto nella stessa area. A Corte Palasio invece è stato approvato il 27 luglio dal Consiglio d’Amministrazione il progetto di fattibilità tecnico-economica di un nuovo pozzo nella frazione Terraverde (anche in questo caso a doppia colonna, che preleverà l’acqua a 95 e 145 metri di profondità rispetto agli attuali 60 metri), a fianco dell’acquedotto esistente che in questi ultimi anni era già stato potenziato con l’aggiunta di filtri a carbone attivo.
Ieri mattina gli stessi referenti operativi di SAL per la qualità dell’acqua – il direttore generale Carlo Locatelli, il direttore dell’area servizi tecnici Mario Cremonesi, la responsabile del Laboratorio analisi Raffaella Izzo e il responsabile gestione impianti Alberto Terzi -, in occasione di un sopralluogo a Crespiatica, hanno simbolicamente bevuto un bicchiere d’acqua in uscita dall’impianto di acquedotto per evidenziare la piena affidabilità e sicurezza dell’acqua.
Proprio nella giornata di ieri, anche SAL era coinvolta in un convegno – il Festival dei laboratori – organizzato a Crema da Water Alliance, la rete dei gestori idrici pubblici della Lombardia di cui fa parte la stessa azienda lodigiana. Un appuntamento in programma da mesi e voluto dalla Rete dei Laboratori di Water Alliance proprio per confrontarsi sulle migliori pratiche da mettere in campo per garantire un servizio idrico sempre più sostenibile e innovativo, alla luce dei cambiamenti derivanti proprio dalla nuova Direttiva Europea sulle acque potabili e dal decreto legislativo 18/2023.
Durante il Festival si è parlato anche dei PFAS (sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate): un gruppo di composti chimici artificiali ampiamente utilizzati nelle produzioni industriali per le loro proprietà idro e oleorepellenti, noti come «sostanze chimiche permanenti» in quanto sono estremamente persistenti e, una volta dispersi nell’ambiente si degradano in tempi lunghissimi. Rientrano tra i cosiddetti “microinquinanti emergenti”. Come ha spiegato il direttore del reparto qualità dell’acqua e salute dell’Istituto Superiore di Sanità, Luca Lucentini, la conoscenza dei PFAS è ancora parziale, mentre Silvia Bartolini, membro della Commissione Europea ha sottolineato che sono tuttora in fase di definizione le metodologie per la misurazione dei PFAS e delle microplastiche; la dead line è prevista per il gennaio 2024.